Eventi, Restauro
Promosso dalla Consulta e dal Politecnico di Torino un Workshop sul rapporto, sempre più cruciale, tra ricerca scientifica e patrimonio culturale.
Una giornata di confronti, dibattiti, idee. La Consulta di Torino ha scelto il Salone d’Onore del Castello del Valentino – sede aulica del Politecnico torinese – per il suo 8° Workshop, un incontro che lo scorso 26 novembre ha fatto il punto su un tema di forte rilevanza: “Innovazione e Tecnologia per i Beni Culturali. Restauro e Fruizione”.
Un tema, peraltro, con il quale Consulta ha un’antica consuetudine: da sempre i suoi interventi di tutela e valorizzazione sono anche un laboratorio per introdurre soluzioni d’avanguardia, sovente persino inedite: che si tratti di tecniche di restauro, di strumenti per comunicare la cultura o – come nel caso del Teatro d’Acque alla Reggia di Venaria, il cui cantiere è fase di svolgimento – della necessaria reinterpretazione di un sito archeologico, attraverso una riqualificazione destinata a fare scuola. Un intervento che proprio per la natura composita del luogo esige un approccio multidisciplinare, che ha nell’innovazione tecnologica uno dei suoi punti-chiave.
Numerose e qualificate le personalità intervenute, convocate a Torino a rappresentare i principali attori che il binomio innovazione-cultura coinvolge oggi in Italia. Presente il mondo delle istituzioni: la Vice Presidente del FAI Ilaria Borletti Buitoni, il Presidente dell’AMMA Giorgio Marsiaj, e la Soprintendente per Archeologia, Belle Arti, Paesaggio della Città metropolitana di Torino Luisa Papotti. La loro visione, che è quella di chi ha responsabilità di gestione e indirizzo, ha introdotto i lavori e illustrato gli scenari prossimi venturi e le linee-guida per il nostro Patrimonio Culturale. Ai moderni mecenati – e cioè alle Fondazioni Bancarie e d’Impresa, raccontate attraverso i filtri di progettualità e innovazione – è stata invece dedicata la prima sessione, condotta da Marco Carminati giornalista de Il Sole 24 Ore. La seconda, moderata da Annalisa Dameri, ha dato infine la parola agli esperti del settore e alle esperienze di due aziende leader nel campo della ricerca applicata quali Reply e Studio Carlo Ratti Associati.
Affidate a Walter Veltroni le conclusioni dei lavori. Una partecipazione, quella dell’ex ministro dei Beni Culturali oggi regista e scrittore, che è parsa chiudere idealmente il cerchio di quella lunga e felice scommessa che è stata la Reggia di Venaria. Perché se oggi, dopo 12 anni dalla riapertura, questa dimora europea continua a sognare in grande, lo deve proprio a Veltroni e a coloro che, insieme a lui, circa 20 anni fa seppero vedere lontano, comprendendo che nonostante le mille difficoltà si poteva ricostruire. Il tempo gli ha dato ragione.