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Con le realizzazioni portate a termine in quest’ultimo mese, la Consulta di Torino conclude un anno denso di iniziative di grande rilievo. Tre sono state le inaugurazioni che si sono susseguite tra novembre e dicembre: l’innovativo impianto illuminotecnico dell’Armeria Reale, il restauro dell’Ercole Colosso, riconsegnato ai giardini della Reggia di Venaria e, ancora alla Reggia, il riallestimento della Sala degli Stucchi, ambiente che prepara i visitatori alla meravigliosa apparizione della Galleria di Diana.
Tutte opere molto significative, precedute in primavera da eventi altrettanto importanti: il Compianto sul Cristo morto del Beato Angelico, esposto in concomitanza con l’Ostensione della Sindone, la mostra antologica dedicata a Umberto Mastroianni, il restauro del Salone juvarriano della Palazzina di Stupinigi. A uno sguardo d’insieme, un risultato notevole ma anche l’ennesima prova di efficienza fornita dalla Consulta. Detto questo, vorrei però guardare avanti, com’è mio costume.
Il 2016 rivestirà un carattere speciale per il nostro sodalizio, poiché sarà l’anno in cui prepareremo il trentennale della fondazione, che cade nel 2017. Un traguardo ormai vicino, che ci rende orgogliosi e che non è solo nostro: appartiene all’intera città e al suo tessuto imprenditoriale, che in questi 30 anni ha continuato a credere in una rinascita artistica e culturale che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Con tale obiettivo di fondo, la nostra attenzione è adesso concentrata su progetti di grande respiro. I temi principali sono quattro, li elenco rapidamente: a Torino interverremo nei restauri della Cappella della Sindone; nell’area metropolitana saremo presenti nelle residenze sabaude di Stupinigi e di Venaria Reale; fuori città siamo coinvolti nel recupero della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, bene dell’Ordine Mauriziano situato nella bassa Val di Susa; e infine fuori provincia, a Casale Monferrato, stiamo esaminando una struttura di archeologia industriale risalente agli anni Venti del Novecento, il cosiddetto “Parabolone”. Ogni intervento ha specifiche caratteristiche, sulle quali vorrei soffermarmi velocemente.
A Torino nel 2017 dovrebbe essere inaugurata la Cappella della Sindone, 19 anni dopo l’inizio del complesso restauro. L’importanza del tema, cruciale per la città, vede la Consulta molto attenta, e vorremmo quindi essere presenti con un contributo significativo.
Passando all’ambito delle residenze sabaude, eccoci ancora a Stupinigi e Venaria: due luoghi in cui operiamo da molti anni e dove intendiamo dare continuità all’azione intrapresa. Presso la Palazzina di Caccia lo stiamo già facendo, poiché in novembre è stato avviato il cantiere per il restauro dell’Appartamento della Regina; alla Reggia di Venaria, invece, il ritorno dell’Ercole ha riaperto il tema della fontana del Castellamonte, uno spettacolare apparato scenico secentesco, tutto da ricostruire. Consulta potrà dare il suo apporto in termini di esperienza e competenza progettuale.
Altro scenario è invece quello proposto dalla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso: qui l’argomento è la valorizzazione dei monumenti medioevali collegati alla via francigena. È un piano ambizioso, in cui è fondamentale giovarsi dei fondi europei, che devono però essere richiesti dalle amministrazioni comunali. Ed è proprio in questa prospettiva che abbiamo concluso il progetto esecutivo.
Il “Paraboloide” di Casale Monferrato, infine, potrebbe rappresentare una nuova sfida: il primo restauro di archeologia industriale condotto dalla Consulta. C’è un grande dibattito su questo spazio architettonico e tra le idee più interessanti quella di trasformarlo in sala da concerto.
In ogni caso, sarà nell’ambito di questi grandi cantieri che interverremo per dare visibilità e celebrare, come meritano, i primi 30 anni di attività della Consulta di Torino.