Eventi, Restauro
Realizzato dalla Consulta di Torino e dal socio Reale Mutua, l’intervento apre il complessivo piano di recupero dei Giardini Reali. Lo hanno firmato due grandi autori, il paesaggista Paolo Pejrone e l’artista Giulio Paolini.
Tra i grandi cantieri strategici avviati dai Musei Reali di Torino, i giardini occupano un posto di primo piano. Su una superficie di circa sette ettari si sviluppa un’area verde urbana unica per valore monumentale e ambientale che, sostiene la direttrice Enrica Pagella, “non rappresenta solo una traccia storica, ma una risorsa per i Musei e l’intera città”. L’intervento di riqualificazione dei Giardini Reali parte proprio dalla consapevolezza di questa centralità: il tema non poteva essere procrastinato oltre e così, grazie ai fondi del MiBACT (e a quelli del CIPE, che saranno specificamente destinati al restauro dei Bastioni), l’impegnativo progetto ha preso il via e si dipanerà nell’arco dei prossimi due anni.
Il recupero del Boschetto, sostenuto e seguito dalla Consulta di Torino insieme al socio Reale Mutua, è una tappa rilevante dell’intero percorso. Inaugurata alla fine di ottobre, questa particolare porzione dei giardini – creata a metà Ottocento (i primi documenti che la attestano sono del 1864) e collocata in posizione mediana rispetto alle sezioni più formali del Giardino Ducale e del Giardino delle Arti – si è rivelata ideale per la Consulta, che ha potuto lavorare sui tasti che da sempre le sono congeniali: rigore filologico da un lato, creatività e innovazione dall’altro. Ne sono nati due progetti dalla spiccata identità, e tuttavia strettamente correlati: il nuovo Boschetto, riportato all’onor del mondo dalla mano sapiente dell’architetto paesaggista Paolo Pejrone, e l’opera “Pietre Preziose”, installazione artistica realizzata dal maestro Giulio Paolini con frammenti lapidei e marmi originali della Cappella della Sindone, che giacevano abbandonati nei giardini dopo l’incendio del 1997.
La creatività di cui si diceva sta in fondo in questa non comune attitudine dello sguardo: saper cogliere in un cumulo di ruderi danneggiati dal fuoco una materia potenzialmente viva, carica di valenze simboliche e dal forte impatto emotivo; e poi nella capacità di credere in questa intuizione, affidandone il progetto a un grande artista italiano. Il quale, alla fine, ha saputo regalarci un capolavoro semplice e potente, che sembra quasi preludere all’imminente riapertura della Cappella guariniana, vent’anni dopo la tragedia. Un progetto d’arte che, per le dimensioni dei pezzi movimentati e ripuliti, ha potuto avvalersi di un contributo tecnico di alta qualità, quello della ditta Catella, storica fornitrice di marmi della Casa Reale e ultima, diretta discendente degli antichi maestri comacini, che per secoli furono chiamati ad abbellire le maggiori corti europee.
Una mano altrettanto sicura ha guidato l’opera di riqualificazione del Boschetto. Paesaggista di livello e fama internazionale, l’architetto Paolo Pejrone ha presentato un progetto “deciso ma volutamente semplice e leggero”, mosso dall’idea di “rispettare al massimo l’identità del posto, senza ridurlo a fondale di un nuovo giardino, ma restituendogli il ruolo centrale che da sempre gli spetta”. A restare protagonisti sono gli alberi monumentali (prevalentemente olmi, tigli e platani) che ora svettano su un’area attraversata da lunghi viali ortogonali e ripartita in grandi aiuole dalla forma regolare. Ma la sorpresa, che rappresenta il tocco di novità introdotto da Pejrone, è ai piedi degli alberi: qui è stato introdotto un vero e proprio sottobosco, una coltre che valorizzerà le alberature con specie arbustive ed erbacee particolarmente adatte all’ombra. “Abbiamo messo a dimora 18.000 piantine – dice Pejrone –, un grande numero che è una bella novità per i giardini italiani. Siamo riusciti a svolgere un lavoro accurato, sostenuto dall’entusiasmo di tutti”.
Un entusiasmo condiviso dalla Consulta che, come ha ricordato la Presidente Adriana Acutis “Desiderava festeggiare il suo trentennale con un dono speciale per Torino. L’intervento nei Giardini Reali, un duplice dono realizzato da due grandi artisti, ci ha permesso di esprimere la Responsabilità Sociale in modo veramente creativo. E credo di non sbagliare affermando che la creatività che storicamente ha fatto il successo della Torino industriale è la stessa che oggi dà slancio a quella artistica, e che contribuisce a rendere più attrattivo il nostro territorio”.
Guarda il video che documenta la preparazione del Boschetto e l’installazione di Pietre Preziose.